Lucia di Siracusa – poesia di Mariapaola Meli

Lucia di Siracusa.

Lucia aveva una amica

e giunse sulla sua tomba a Catania

in un momento particolare.

Giunta, stanca per il viaggio lungo, Lucia si addormentò

sulla tomba, mentre sua madre che l’aveva accompagnata,

pregava per la propria guarigione.

Sant’Agata con lo Spirito Divino la rallegrò

nel giubilo di Cielo e di un Credo ancora impaurito

nel confidare alla madre quella sua viva espressione.

Le rafforzò la Fede.

Una sfavillante Luce giunse da quel buio opprimente.

In quell’Isola verdeggiante e di sole

la sua confessione di Fede e poi il suo conseguente Martirio

fece sì di raccogliere le preghiere di coloro che pur ora sono vessati

e sono ancora schiavi di poteri del Mondo.

Non si può togliere la parola, ne una Famiglia può essere giudicata

per il suo modo di agire per non cadere nelle spire di prepotenza

di esseri che giudicano, se possono ti schiavizzano,

che vogliono che tu faccia quello che loro pretendono,

che ti insultano, fanno qualsiasi cosa per annientarti… farti morire.

Inseriscono i loro schiavi pur giovani e pronti a criticare

il tuo operato, la tua vita… ma chi sono loro?

Togliere la parola equivale a sacrificare l’affetto

che una madre ha per il proprio figlio.

Quella famiglia non può essere giudicata,

martoriata solo per il proprio tornaconto.

Dio ha fatto della Famiglia la sua Chiesa,

un santuario inviolato che chi offende,

martirizza per i suoi fini, vuole distruggere

viola i diritti di una società, di popoli che hanno il diritto di vivere in Pace

e di comprendere che la Libertà

è espressione di un Credo Universale.

Nelle Chiese come nelle Istituzioni si è violato

nel Diritto, nella Giustizia, nell’Imprenditoria, nella Salute, nella Cultura, nella Scuola e nella Scienza,

questo Sacro potere di vita.

 

Ecco… il console romano alla tua condanna di Fede.

Egli indiscusso nel suo Potere decreta L’INGIUSTA morte.

 

Sul colle c’è un avvoltoio dalle grandi ali,

in basso nel paese i suoi schiavi, imprenditori e operai.

Un rudere vecchio di una torre domina,

più su la chiesa di Santa Lucia nel paese,

chiede pur lì giustizia di una coppa di frico friabile

e di una donna disperata.

Mariapaola Meli  13 Dicembre 2019

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