Canto alla Terra, al Sole, alla Luna, alle Stelle.
Cantico di Santa Lucia.
IL viaggio fu lungo
e le coste Dalmate erano rifugio e speranza.
La barca silenziosa sull’onda andava
all’ombra di palme il riposo rispecchiava
il lento divenire di vita in pace con se stessi…
con il nemico.
Trovar un rifugio sicuro, coi propri amici
di quella buona barca,
lontano dall’oltraggio subito
dalle violenze ingiuste,
dall’uomo malvagio e arrogante
dalla donna prepotente, doppiogiochista,
dal Giudice che tira i dadi sulla tua vita.
A lui che importa giudicare anche se uno è innocente.
Amico di una vita che poi sparisci perché non ci hai mai conosciuto.
Esseri spregevoli che nelle loro vesti nascondono
meduse e specchi cuneiformi,
serpi avide solo di colpirti.
Aguzzini son loro… ti hanno ucciso… ma risorgerai.
Trovar riposo in quel luogo,
via nascondersi da quei spregevoli mostri
che sempre ti hanno umiliata, derisa,
allontanata come piaga sociale con la tua lebbra.
Stolti perché non vedono il loro diabolico male,
le loro ormai eterne piaghe.
La mano mi giunge amica… è ora di ripartire.
Non so dove andrò ma la speranza è di riportarti con me,
lontano, in un silenzio primordiale.
Giungiamo in un porto, dove la gondola ci porta…
silenzioso il remo, fa il suo vortice e la sua onda.
Piano, piano, lontano capanne, paesaggi lievi
nella rugiada del mattino.
Tutti son silenziosi… forse pregano?… ma io Signore ti ho qui vicino.
Come è felice questo momento,
lo vorrei tenere in eterno nel mio cuore,
la Pace… come è bella Signore,
come convince sempre più dal buio.
Dentro, come è natura l’onda si insinua e muore,
d’improvviso batter d’ali, vi avvicinate… silenziosi,
perché ancora qualcun dorme.
Vi adagiate, muovete l’ala
Il canto racconta la novella e il tuo Calvario mi fanno ricordare.
Uomo tu fosti, per tutti il Vangelo.
Mariapaola Meli 12 dicembre 2019