Dove tu mi conduci…
sì, di nuovo lì…
tra la corona dei miei monti,
tra il verde dei miei prati colorati di fiori,
tra l’azzurro terso dei miei cieli natali
che incorniciano il quadro dei miei pensieri.
Ti vedo, lì ritta
col campanile che s’inerpica fino al cielo.
Possente, apri il tuo portone
e mentre entro, appena a destra,
i ceri accesi ti mettono in luce.
Sul trono sei seduto,
ergi la mano benedicente
e le chiavi tieni
a deposito di chi sa fare solo del bene.
Mi accendesti di fuoco,
per ricordarmi i miei doveri
verso il prossimo.
Lì accanto nella marmorea acquasantiera
pongo la mano per il Santo segno
e mi inginocchio e prego
per tutto il Mondo.
Per i deboli, i perseguitati, gli ammalati
e le famiglie che si riuniscano presto.
Prego pure per il rimorso
degli assassini.
Le buriane d’acqua e vento e tuono
fanno capire quanto tu sia
presente a ricordarci la nostra fragilità
di uomini.
Mariapaola Meli
Atti degli Apostoli
27…
…
28 Dopo essere scampati al pericolo….
venimmo a sapere che quell’isola si chiamava Malta. I suoi abitanti ci trattarono con gentilezza: siccome si era messo a piovere e faceva freddo, essi si radunarono tutti intorno a un gran fuoco
che avevano acceso. Anche Paolo raccolse un fascio di rami per gettarlo nel fuoco; ma ecco che una vipera che pendeva dalla mano di Paolo diceva fra sé: “Certamente quest’uomo è un assassino; infatti si è salvato dal mare, ma ora la giustizia di Dio non lo lascia più vivere”.
Ma Paolo con un colpo gettò via la vipera nel fuoco e non ne ebbe alcun male. La gente invece si aspettava che la mano di Paolo si gonfiasse o che cadesse a terra morto sul colpo. Aspettarono un bel po’ ma alla fine dovettero constatare che Paolo non aveva alcun male. Allora cambiarono parere e dicevano: “quest’uomo è un dio”. Vicino a quel luogo aveva i suoi possedimenti il governatore dell’isola, un certo Publio. Egli ci accolse e ci ospitò per tre giorni con grande cortesia.
Un giorno il padre di Publio si ammalò di dissenteria ed era a letto con febbre alta. Paolo andò a visitarlo, pregò, stese le mani su di lui e lo guarì. Dopo questo fatto, anche gli altri abitanti dell’isola che erano ammalati, vennero da Paolo e furono guariti. I maltesi perciò ci trattavano con grandi onori e al momento della nostra partenza ci diedero tutto quello che era necessario per il viaggio.
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