La Aureliana e il viale Aureliano ci parlano… versetti sensoriali di Mariapaola Meli – Parte quarta

Parte quarta

La Aureliana e il viale Aureliano ci parlano…

lungo la via, l’uomo e la donna si fermano, sono stanchi.

Lo sguardo si posa sulla pianura, sui campi di grano e di fiori, sul fiume che scorre lungo la via.

Ascoltano i vari rumori, i cinguettii, le rane con il loro gracchiare e anche la lepre che balza in mezzo all’erba alta e si vuole nascondere, rumore fa.

Si ascolta così anche il silenzio della natura che con le cicale instancabili imprimono movimento di parola anche agli alberi e sembra che dalla loro storia secolare, molte cose vogliano dire. 

Di parole si vorrebbe dirne tante sulle meraviglie della natura… ma ecco che spunta un bimbo che corre sul prato, raccoglie fiori poi li vede e si avvicina.

         “Ciao” dice lui. “che fate” chiede.

“Guardiamo questo pezzo di mondo che è così bello”, gli rispondono.

Li guarda, sorride e presto dice “raccoglietelo tutto, portatelo agli altri che sappiano che solo in questo modo si vive, ci si ama, ci si capisce”.

Poi con un grosso sorriso, il mazzetto di fiori di campo da alla donna e le dice “lo do a te, perchè mi ricordi molto la mia mamma, la Madonna” e con un saluto di mano, sorridendo se ne va.

La donna e l’uomo rifocillati proseguono la strada e un fanciullo trovano che con la canna da pesca nel fiumicello, seduto sul muretto di un vecchio ponte, aspetta.

Si fermano, lo guardano mentre immobile lui sta e lui sorridendo li guarda e una parola gli da.

Gli dice che qualche pesce ha “raccolto” e che è felice perchè vive alla giornata e aspetta quello che il buon Dio gli da, perchè quell’arma che ha lui non uccide, non distrugge, non ferisce e di grandi multe, tasse, carte false e ciò che l’iniqua legge impone da dietro una scrivania, in questo modo lui non da.

Si salutano felici e quando loro già lontani sono, lui gli grida “ci rivedremo presto” e loro in coro “si, presto. Ne sarem felici”.

Proseguono l’uomo e la donna e da lontano, all’opposto, vedono arrivare un ragazzo e una ragazza. Sono fratelli. Sono felici e un sorriso gli fanno e con gentilezza gli chiedono dove quella via porta.

Si stringono per mano e gli dicono che vengono da molto lontano, dall’Oriente dove ancora ci sono guerre e devastazioni e son venuti qui non per scappare ma per poter raccontare le atrocità, le cattiverie dove il Potere vuole arrivare.

Li consolano, li dissetano, gli danno qualche buon consiglio e gli fanno capire che anche loro credono alla parola buona, alla parola saggia, alla parola giusta.

Nel salutarli poi gli dicono che quella via li porterà alla meta più vera e giusta e lì troveranno la parola che aiuta, la parola che consola, la parola che illumina, la parola di vera vita.

La strada è lunga, la sera si avvicina.

La natura si sta addormentando e tutto è silenzio.

Anche la parola riposa un pochino.

Mentre l’uomo e la donna camminano, sotto un albero scheletrico, un vecchio pare che riposi. Si avvicinano, forse ha bisogno di qualcosa…. ma raggiuntolo rimangono un momentino in silenzio, perchè lui piange….

“Io sono il potere, io sono il presidente, io sono Cesare, io sono grande, io sono il giudice aguzzino, io sono il cane, io sono il Padrino, io sono la serpe” e li guarda tra i singhiozzi e la disperazione.

“La mia vita finisce qui, sul ciglio di questa strada, tra questi massi dove io son seduto e che mi opprimono. La meta io non la vedrò ne la raggiungerò perchè preso solo di me stesso, del potere accentratore e di famiglia, dalla mia avidità, dalla mia violenza, dalla mia arroganza, dalle innumerevoli stragi che ho fatto nel tempo e nella storia e che continuo a comandare. Sono un Giuda e sto diventando decrepito e solo ora mi chiedo di questo grande potere inutile, cosa me ne faccio? e mentre sono qui il mio rimorso mi attanaglia e distrugge”.

Non vuole proseguire con loro, si vergogna troppo del male che ha fatto al mondo e ora che è troppo tardi, non osa più neppure chiedere perdono.

L’uomo e la donna lo salutano e con la loro pietà possono soltanto pregare per il suo perdono.

Signori, signori e signore, udite, udite….. queste parole….

 Mariapaola Meli 24 Luglio 2016

 

La Aureliana e il viale Aureliano ci parlano... versetti sensoriali di Mariapaola Meli - Parte quarta
La Aureliana e il viale Aureliano ci parlano… versetti sensoriali
di Mariapaola Meli – Parte quarta

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